mercoledì 31 maggio 2006

Ipse Dixit

Come previsto ieri, l’intrepido Carlo Giovanardi ha parlato: “E cosi’ nella civilissima e ordinata Olanda non soltanto si autorizza la soppressione dei bambini che non hanno una sufficiente qualita’ della vita, ma si organizzano anche partiti di pedofili che inneggiano alla pornografia infantile e all’abuso sessuale sui minorenni. Abbiamo denunciato per tempo questo inaccettabile deriva che trasforma l’Europa in qualcosa in cui non ci riconosciamo: purtroppo il Governo Prodi rimuove quei paletti morali e civili che il Governo Berlusconi aveva fissato con grande chiarezza, a cominciare dal divieto di ricerca sulle cellule staminali embrionali”. Mi ero illuso che sarei stato per la prima volta d’accordo con lui ma anche stavolta Carletto fa una certa confusione: non è dato sapere infatti quale sia il nesso causale tra pedofilia ed eutanasia, tra la violenza sui minori e la ricerca sulle cellule embrionali. C’è sempre una certa confusione nell’aria quando si ode la voce di Giovanardi.

Mondiali in arrivo e dubbi d’italianità

Ci sono molte buone ragioni per non tifare Italia ai prossimi mondiali, ed il Corriere ne prende in esame alcune. Una però non è solo buona. E’ ottima. Eppure nell’articolo non è stata nemmeno citata. Ora, mi chiedo: come si può avere la sfrontatezza di risvegliare i Pooh dal loro lungo sonno eterno e chiedere loro di comporre l’inno ufficiale della nazionale italiana? Non si poteva eventualmente riadattare in qualche modo l’inno elettorale dell’Udeur, cambiare giusto un paio di parole e riproporlo alla grande? Evidentemente no.
E’ comunque sintomatico che sia un gruppo musicale - come dire - piuttosto demodè ed old-aged a rappresentare un paese incline come pochi altri alla gerontocrazia. Per quanto mi riguarda tiferò Olanda ma prevedo - qui lo dico e qui lo nego - che l’Iran farà un’ottima figura. Almeno da un punto di vista sportivo, si capisce.

martedì 30 maggio 2006

Alberi finti, e per giunta di plastica

Radiohead, naturalmente. Fake Plastic Trees, Glastonbury 2003.


Chiamatelo JFKuffaro

Or incomincian le dolenti note a farmisi sentire, or son venuto là dove molto pianto mi percuote: sul Foglio c’è un articolo provocatorio ed estremamente interessante dal titolo ‘Lasciate fare a Totò Cuffaro quello che fecero i Kennedy’. Dialogando con la mafia, si intende. Buona lettura.

La prima volta di Giovanardi

Se Giovanardi - il più grande intellettuale italiano del dodicesimo secolo - dovesse commentare la seguente notizia rischierebbe di avere ragione per la prima e forse ultima volta nella sua vita. In Olanda (leggi qui) nasce un partito che di nome fa ‘Amore del prossimo, libertà e diversità’ e che propone tra le altre amenità anche la liberalizzazione della pornografia infantile e dei rapporti sessuali fra adulti e bambini. Anche noi abbiamo avuto un Partito dell’Amore, ma era davvero una cosa diversa. Carletto, forse per prima volta saremo d’accordo. Aspetto solo un tuo cenno.

P.S. Per la cronaca, quando Giovanardi parlerà (e parlerà, non ho dubbi) utilizzerà la sua parola preferita: nazisti.

Fallace o non fallace, l’Oriana è di nuovo furiosa

Gira voce che la Fallaci si sia nuovamente incazzata: le sue ultime esternazioni sulla Repubblica e sul Giornale. A quanto pare ora vuol far saltare in aria una moschea.

lunedì 29 maggio 2006

La Sicilia è una terra meravigliosa. Perché cambiarla?

La commozione mi prende tutto: vince Cuffaro. L’Integerrimonestissimo dichiara: “Sono contento e soddisfatto di questa vittoria. Adesso si apre una nuova pagina per la Sicilia”. Adesso si apre una nuova pagina? Meglio non sapere. Buona fortuna e tante care cose.

Múm, Will Summer Make Good for Our Sins?

Citati un paio di giorni fa, li propongo oggi: i Múm. Un pezzo, a mio modestissimo parere, tremendamente bello. E spaventosamente distante.

domenica 28 maggio 2006

L’India come Ceccano, destinazione Medioevo

Una decina di giorni fa Ceccano, con un rogo in piazza che avrebbe commosso il Führer (Corriere, Kataweb), ha cercato di essere per un giorno l’Atene d’Italia. Ora uno stato indiano (leggi sul Guardian) ha deciso di bandire il Codice da Vinci. L’accusa? Blasfemia, naturalmente. Sono relativamente pochi i Cristiani in India, ma evidentemente rumorosi. Eppure sono certo che la ragione di tutte queste proteste è un’altra. Parliamoci chiaro, che credibilità può mai avere un film in cui Forrest Gump ed Amelie di punto in bianco si mettono a cercare Santo Graal? Non è verosimile, è ovviamente una impresa al di là della loro portata. Pare perfino che ad un certo punto Forrest, che evidentemente non è Heidegger, chieda ad Amelie qualcosa del tipo “Dunque tu sei l’erede di Cristo?”. Non voglio sapere cosa gli abbia risposto Amelie, e non oso neppure immaginare la faccia del signor Gump mentre propone l’arguto quesito, perché sinceramente non credo che possa esistere in questo mondo una espressione appropriata. Detto questo, non riesco a capire perché la Chiesa osteggi tanto il film: se le teorie di Brown fossero vere le ben più sediziose illazioni sull’omosessualità di Cristo andrebbero definitivamente accantonate. Ratzi, dai, pensaci un po’ su.

Dai che pian pianino la Democrazia è arrivata pure da loro

Le morbose attenzioni americane nei confronti della popolazione civile irachena: sul Times e su La Repubblica. Corollario della guerra umanitaria, naturalmente. Guerra umanitaria: una definizione persino eraclidea nella forma. Nella sostanza, una colossale fregnaccia. A quando la sporcizia pulita, la pioggia asciutta, il Previti integerrimo ed il Giovanardi intellettuale?

sabato 27 maggio 2006

E' finita, si va tutti a casa

Anche i Ds hanno ammesso che ci sono state irregolarità nel voto: una candidata diessina dichiara persino di avere le prove. Il nuovo governo, per sua stessa ammissione dunque, non è legittimato e dovrebbe andare a casa. Tranquilli, tutto sotto controllo, è sempre l’opinione del Giornale. Ogni tanto le inchieste di Belpietro mi ricordano quelle televisive di Brachino sul mondo dell’occulto, alla ricerca di improbabili connessioni tra gli extraterrestri e Padre Pio, tra Atlantide e le apparizioni della Madonna. Buon lavoro, Belpy, avanti così.

C'era una volta...

…un gruppo che di nome faceva Slowdive. Se non lo conoscete, andate qui per saperne di più. Ecco intanto il video di Ballad of Sister Sue.


venerdì 26 maggio 2006

Niente da fare, le elezioni le hanno vinte loro

Il Giornale scopre una verità inenarrabile. “E’ vero, hanno alterato il voto all’estero” sostiene con scriteriato ludibrio. E spiega anche come, nei dettagli. E’ un giornale serio, dopotutto. Non solo, aggiunge che quelli della Cdl sono “pronti a scendere in piazza per avere giustizia”. Parole di Silvio, mica di Cicchitto o Bondi.

Il problema è: ed ora che si fa? Si annullano le elezioni? Si manda a casa il governo? Si fa una marcia su Roma? Che dolci rimembranze: sette aprile scorso, Napoli.

Barbaricamente Baricco

Dopo un inizio a dir poco scoppiettante (capitoli uno, due, tre e quattro), mi sembra che Baricco si sia afflosciato un po’: leggi qui.

Gli Under Byen, tra Björk e i Múm

Ecco a voi gli Under Byen. La fanciulla dalla voce björkiana di nome fa Henriette Sennenvaldt. In attesa di vederli qui a Londra, ecco il video di Legesag. Il pezzo è piuttosto lungo, quasi dieci minuti, dunque non abbiate fretta. Se siete in piedi, mettetevi a sedere. Se siete seduti, rilassatevi. Ma guardatelo tutto, soprattutto la seconda parte: quel crescendo è davvero niente male.