lunedì 19 marzo 2007

Quarto anniversario della guerra in Iraq

Il quarto anniversario della guerra in Iraq (che ricorre oggi negli Usa e domani in Iraq) è stato ricordato in tutto il mondo con centinaia di manifestazioni pacifiste. Il corteo di Toronto, organizzato dal Canadian Peace Alliance, si è snodato da Yonge Street fino a Nathan Phill Square, dove i manifestanti hanno formato il simbolo della pace tenendosi per mano. I pacifisti chiedono il ritiro delle truppe canadesi dall'Afghanistan e dall'Iraq e che il Governo federale cessi di sostenere la politica belligerante di George W. Bush. Dopo il corteo, i manifestanti hanno scritto messaggi di pace col gesso sul muro del palazzo di giustizia, che sorge vicino al consolato americano.
Altre manifestazioni si sono svolte a Montréal, Ottawa, Halifax, Winnipeg ed Hamilton. Ad Halifax l'ex marine Dean Walcott, che ha prestato servizio in Iraq fra le fila dell'esercito americano, ha parlato ai manifestanti. «Siamo qui per condannare i capi di stato che mandano i loro soldati in missioni fallimentari e ridicole per combattere queste guerre coloniali», ha detto il militare venticinquenne che dopo aver disertato sta cercando di ottenere lo stato di rifugiato politico in Canada. Ad Ottawa circa 200 manifestanti hanno sfilato inneggiando slogans pacifisti che accusavano il Primo Ministro di genocidio. A Winnipeg, invece, i pacifisti portavano cartelli con la faccia di Harper e di Bush. Sono più di 2000 le truppe canadesi in Afghanistan e la loro permanenza è prevista fino al 2009. Dall'inizio del conflitto hanno perso la vita 45 soldati e un diplomatico. L'ultimo soldato morto è il caporale Kevin Megeney, ucciso il 9 marzo da un colpo di arma da fuoco nella base Nato di Kandahar. Sono 3.200, invece, i militari americani uccisi dall'inizio del conflitto e 59mila quelli iracheni.
Numerose manifestazioni si sono svolte anche in città americane, comprese Los Angeles, Denver e Chicago, ma la protesta più massiccia è stata a Washington dove i movimenti anti-guerra si sono radunati per ricordare un doppio evento: l'anniversario della guerra in Iraq e il quarantesimo della storica marcia pacifista sul Pentagono del 1967 contro la Guerra del Vietnam, che portò all'arresto di 600 dei 50 mila manifestanti. Ieri i pacifisti si sono radunati davanti al Monumento di Lincoln per marciare poi verso il Pentagono. Una contro dimostrazione è stata organizzata da gruppi favorevoli al conflitto in Iraq che esibivano cartelli con scritto: «Chi si oppone alla guerra aiuta Al Qaeda» oppure «Combattete la Jihad e non i nostri soldati». La marcia dei pacifisti era stata preceduta sabato da un raduno di preghiera per la pace nella Cattedrale Nazionale di Washington. I manifestanti si erano poi recati davanti alla Casa Bianca per una dimostrazione di protesta non autorizzata che ha portato all'arresto di oltre 200 persone (tutte ammanettate, caricate su alcuni autobus e multate di 100 dollari). Il presidente Bush, nel suo discorso radio del sabato, ha difeso la Guerra in Iraq ammonendo i democratici del Congresso a non cercare di imporre «scadenze artificiose» al rimpatrio delle truppe Usa. Il Congresso sta esaminando la legge che stanzia fondi per oltre 95 miliardi di dollari per combattere le guerre in Iraq e in Afghanistan. Bush ha inoltre ammonito il Congresso di non «imporre condizioni arbitrarie e restrittive» all'uso di tali fondi e ha minacciato di ricorrere al veto se i democratici del Congresso tenteranno di imporre scadenze che avrebbero solo «disastrose conseguenze».
Altre manifestazioni si sono svolte nelle maggiori capitali del mondo. Ad Atene, per esempio, hanno sfilato più di 1000 persone, mentre ad Istanbul il corteo dei pacifisti contava oltre 3000 manifestanti. Tutti a ribadire il loro no alla guerra.

Corriere Canadese

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